Punto di partenza: piazzale della chiesa di Chievolis.
Passiamo davanti alla porta principale della chiesa con una breve discesa (via della Chiesa) raggiungiamo la strada che arriva dal caseggiato di Chievolis (via Inglagna) e seguiamo il segnale che ci indica Clez-Val e Inglagna, proseguendo sempre lungo la strada asfaltata. Poco dopo la piccola galleria troviamo l'indicazione Posplata e Campei, che lasciamo sulla destra proseguendo fino al ponte dove troviamo l'incrocio Inglania -Clez Val.
Lasciamo Inglagna sulla destra e proseguiamo per Clez.
Oltrepassiamo Clez salendo verso Val, frazione subito sopra.
Arrivati a Val attraversiamo tutto il cortile di Val fino a quando passiamo davanti all'ultima casa per arrivare sul prato dove si vede iniziare la traccia del sentiero che dopo una decina di metri entra nel bosco.
Procediamo sul sentiero che rimane sempre alla stessa quota, a tratti poco visibile ma indicato da bollini rossi sugli alberi.
Arrivati in vista della frazione di Posplata il sentiero scende per una cinquantina di metri fino a giungere davanti ai ruderi di una casa: da lì è necessario che ci orientiamo verso una casa bianca al di là del torrente, trovando il punto che ci sembra più adatto per attraversarlo.
Arrivati nella frazione di Posplata (visita consigliata) prendiamo la strada sterrata che ci porta verso la frazione di Campei: appena superate le case all'altezza di una cappella ricomincia l'asfalto.
Dopo due ponti giungiamo ad una salita che ci riporta sulla strada principale, già percorsa all'andata, attraverso la quale rientriamo verso Chievolis al punto di partenza.
Realizzato grazie a Silvano Titolo
La val Tramontina ha vissuto nei secoli scorsi una particolare situazione di espansione demografica che ha portato alla massiccia colonizzazione del territorio. La popolazione mirava allo sfruttamento delle risorse montane, legname e pascolo per armenti, commerciando i prodotti principalmente con la Serenissima dalla quale aveva ottenuto particolari agevolazioni fiscali. Nel 400 e nel 500 due erano i prodotti di punta della vallata: il formaggio di pecora, che era il cibo di lunga conservazione più usato dalle navi veneziane che solcavano i mari dell’oriente, e la lana filata in modo particolare denominata “panno grigio tramontino”. Cominciarono ad essere edificate lungo le linee di transumanza numerose stalle che erano abitate nel periodo estivo.
Nei secoli successivi Venezia modificò le sue esigenze richiedendo prodotti di pregio come i formaggi di bovino. Lentamente si cambiò in valle il tipo di allevamento costringendo i pastori a stabilirsi, edificando veri e propri paesi presso le zone di pascolo, condizionati dalla scarsa attitudine agli spostamenti dei lenti e impacciati bovini. Questa vocazione all’allevamento è testimoniata anche dal simbolo della vacca nel gonfalone municipale di Tramonti di Sopra.
Sorsero così numerosi insediamenti abitativi, ben 136, alcuni vere e proprie frazioni con tanto di chiesa, la maggior parte piccoli gruppi di case, spesso a notevole distanza dai capoluoghi principali della valle, collegati da mulattiere non sempre agibili tutto il tempo dell’anno.
Nel tempo la pressione antropica sul territorio divenne devastante fino all’orlo di un vero e proprio disastro ecologico.
Quando le risorse agricole e forestali non furono più sufficienti la popolazione fu costretta all’emigrazione, dapprima solo stagionale, in funzione di un’integrazione del reddito, e poi permanente. L’industrializzazione del novecento ha definitivamente fatto abbandonare gli insediamenti colonici e ridotto drasticamente anche gli abitanti delle ville principali.