DATI
Lunghezza: 7.9 Km
- Km sforzo: 18.9 Kmsf
- Salita: 1102 m
- Discesa: 248 m
- Dislivello totale: 1350 m
- Altitudine minima: 310 m slm
- Altitudine massima: 1212 m slm
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DESCRIZIONE - guardando la chiesa di Maniagolibero, ci dirigiamo a destra lungo via Angelo Del Mistro, proseguendo per 330 metri fino all'incrocio con via Ortigaria che imboccheremo andando a destra ed iniziando la salita (dopo l’ultima casa diventa via Valpiccola). Nota: poco prima dell’inizio della salita vi è una fontanella d’acqua (chiusa d’inverno), che è l’unica disponibile per tutto il percorso.
Dopo 300 metri (11%) dall’inizio della salita, nei pressi di una curva a gomito che ruota verso destra, individuiamo a sinistra una mulattiera che procede debolmente in discesa (antica strada comunale San Antonio), inizialmente come strada sterrata, quindi come sentiero ben battuto, seguendo i segnavia del CAI967 che compaiono dopo 1km: esso decorre un centinaio di metri più a destra ed in alto rispetto alla strada provinciale che si dirige al ponte di Ravedis ed offre panoramiche vedute sul greto del Cellina. Giunti sopra il ponte di Ravedis (dopo 1,5km con pendenza media del 2% da quando abbiamo abbandonato l’asfalto), inizia la salita più impegnativa per raggiungere la chiesetta di San Antonio dopo 1,1km al 18% media di un tratto spettacolare, da cui si possono ammirare nell’ordine da destra a sinistra il monte Fara, il bacino di Ravedis, l’abitato di Montereale, il torrente Cellina e la pianura pordenonese. Inoltre assolutamente interessanti sono le tracce lasciate nei secoli sulle pietre dalle slitte: era questa infatti l’unica e più antica via di collegamento tra i paesi della Valcellina e la pianura, attraverso cui le “sedonere” scendevano nella bella stagione a vendere i prodotti lignei realizzati durante l’inverno.
Dopo 250 circa dall'inizio della salita metri a 400mslm inizia sulla sinistra l’anello della Forra del Cellina (CAI996) che porta all’imbocco della galleria del Fara in 2 ore di cammino o alla Molassa in circa 6 ore. Dal bivio mancano ancora 650 metri su sentiero perlopiù lastricato da pietre, che si addentra nel bosco e addolcisce la sua pendenza nell’ultimo tratto, quando ormai la chiesetta di Sant’Antonio è alle porte (580mslm).
Dopo essere transitati davanti alla chiesa, procediamo sempre lungo il CAI967 per altri 1,8km (pendenza 10%), fino a giungere a forcella Croce (766 mslm), ove una targa posta nel 1988 vicino alla croce ricorda che "per questo valico passò e patì un millennio di storia della val Cellina".
Forcella Croce è un incrocio importante da conoscere: proseguendo oltre in discesa il sentiero CAI 899 (Frassati variante Andreis) prosegue in direzione di Bosplans ed Andreis. Sulla sinistra (ad Ovest) troviamo il sentiero CAI 983 che sale sul monte Fara lungo la sua cresta Est per poi scendere lungo la cresta Ovest e concludersi presso la Molassa. Sulla destra vi è la traccia che ci interessa ed è lo stesso CAI che sale (assieme al CAI 899 Frassati) in direzione della vetta del monte Jouf decorrendo lungo la cresta di NordEst.
Seguendo i segnavia biancorossi del CAI saliamo dunque a destra per un tratto impegnativo (22%) che dopo 400 metri si unisce al CAI 967 e continua per un altro centinaio di metri fino a separarsene nei pressi del primo tornante della mulattiera posteriore del monte Jouf che sale dalla vicina forcella Palabarzana: procediamo lungo un tratto impegnativo (35%) di circa 300 metri che si porta sulla destra in direzione della cresta di NordOvest a cui giunge dopo altri 300 metri a pendenza più ragionevole (15%).
Dallo scollinamento (1050mslm) la traccia scende per una breve discesa per portarsi al di sotto della cresta sul versante del torrente Cellina per proseguire lungo un tratto di saliscendi poco pendenti (1,2km al 8%) fino nei pressi di un grande prato, subito dopo il quale vira bruscamente a sinistra (unendosi alla traccia Vals Pian che sale da destra) per portarsi ad una forcella a sinistra della quale seguiamo la traccia che dopo 300 metri (15%) ci conduce alla cima del monte a 1226 mslm