Specie perenne con rizoma a tubero grande, globoso. Foglie tutte basali, lungamente picciolate, cordate, intere, verdi-scure, spesso con disegno argenteo, inferiormente violacee. Peduncoli fioriferi lunghi fino a 15 cm, con un unico fiore pendulo ciascuno, corolla violacea, molto profumata, con macchia scura alla fauce, lobi corollini ripiegati all’indietro. I tuberi seppure molto graditi dai cinghiali sono velenosi per l’uomo. Ama crescere su terreni calcarei ombrosi e sassosi, faggete, cespuglieti; nel Jouf è presente più o meno abbondante su tutti i versanti.

Arbusto alto 3-4 m con rami piuttosto esili, fragili, quasi orizzontali, e la ramificazione è piuttosto aperta. La corteccia è bruno-grigiastra e ricoperta da un gran numero di lenticelle chiare di forma allungata. Foglie alterne, ovali, lucenti, con margine intero o appena sinuoso. Fiori minuscoli e poco appariscenti bianco-verdastri provvisti di 5 petali, riuniti in piccole infiorescenze all’ascella delle foglie. Frutti da verdi a rossi, poi neri, non commestibili. La corteccia, essiccata almeno un anno, viene usata in fitoterapia come purgante. I frutti, in passato, erano impiegati per tingere i tessuti di lana. Cresce su boschi di latifoglie, siepi, margini boschivi; nel Jouf è abbastanza comune, è presente in Valpiccola, Colvera di Jouf, Val S. Antonio, ecc.

Albero deciduo di medie dimensioni dalla chioma compatta che caratterizza i boschi collinari, essendo frugale e robusto ben si adatta ai terreni poveri e siccitosi. Tronco diritto con corteccia grigio scura, liscia, solo tardivamente screpolata. Foglie ovali di colore verde chiaro, con apice acuminato e margine dentato. Infiorescenze maschili in amenti gialli penduli, le femminili in amenti più piccoli. Infruttescenze ovoidali pendule formate da acheni chiusi in brattee biancastre intere, simili a quelle del luppolo. Nel Jouf è presente un po’ dappertutto. Nella nostra regione il legno trova essenzialmente utilizzazione come legna da ardere. I semi sono molto graditi ai fringuelli. Nome locale: Cjàrpin neri

E' un uccello che fa parte della famiglia dei Picchi, ma che a differenza dei suoi parenti non si arrampica sul tronco degli alberi. Un tempo era molto più diffuso, adesso non è facile sentire il suo caratteristico canto “tie-tie-tie” ripetuto a lungo. La sua progressiva scomparsa è dovuta alla contrazione del suo habitat di nidificazione, gli spazi aperti con frutteti in cui nidifica nei buchi degli alberi che trova già pronti (non ne scava uno proprio). Trascorso il periodo riproduttivo, migra e sverna in Africa e anche in alcune aree del Sud Italia. Si nutre principalmente di formiche che scova sul terreno come il “cugino” Picchio verde