CLAUT - Cellino - CIMA COL NUDO (2471mslm) per passo Valbona - CAI 965

DATI
Lunghezza: 9.0 Km - Km sforzo: 24.4 Kmsf - Salita: 1540 m - Discesa: 1540 m - Dislivello totale: 3080 m - Altitudine minima: 993 m slm - Altitudine massima: 2471 m slm

Difficoltà:
Cammino: Alta
Accessibilità
Disabili (carrozzina): Non accessibile
Bimbi (passeggino): Non accessibile
Famiglie: Sconsigliato
Anziani: Sconsigliato
Cani: Sconsigliato
Io peso
kg
e ho
Questo percorso corrisponde a...
Tempo
-
ore
Calorie
-
Kcal
Risparmio
-
Vita in più
-
ore

Visualizza tabella degli alimenti

CARATTERISTICHE - Giungere in cima al Col Nudo (2471mslm) è una sfida per escursionisti molto esperti: il Col Nudo è la montagna più alta dell'Alpago e delle prealpi Venete, con la sommità posta al confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Molto frequentata la salita dell'Alpago, mentre quella qui descritta sale dalla Valcellina lungo il poco battuto ma denso di soddisfazioni sentiero CAI 965
DESCRIZIONE - Le possibilità sono assai diverse a seconda che decidiamo di lasciare la vettura a Cellino oppure scegliamo di raggiungere in auto il ricovero Gravuzza (consigliato), lungo la val Chialedina: si tratta di risparmiare una salita di 6km, con pendenza media dell'8,4%. Andata e ritorno sarebbero quindi circa 12km, che percorsi a piedi fanno una bella differenza, circa i tempi e la possibilità di raggiungere la cima. La strada è una mulattiera con fondo discretamente conservato, che però può essere rovinato nei tratti in cui essa attraversa ail greto del torrente: direi che con una jeep sia facilmente transitabile, mentre con una normale vettura bisogna andare piano. Io non ho avuto problemi ed in 15' circa ho raggiunto il bivacco. In ogni caso la strada è diventata transitabile da quando è stato rimosso il divieto di transito all'inizio del percorso a Cellino. Consiglio quindi di armarsi di pazienza ed arrivare con calma al ricovero Gravuzza in auto. Per chi volesse andare a piedi (magari senza l'intenzione di raggiungere la cima) rimane comunque una camminata piacevole e non difficile, su una strada forestale con alcuni tratti asfaltati che più volte attraversa il greto del torrente Chialedina e decorre nel sottobosco.

Il punto di partenza della vera camminata è quindi Casera Gravuzza, un pittoresco ma un pò deludente ricovero di fortuna, ove con un pò di coraggio ed in situazioni di necessità si potrebbe trascorrere uan notte: a poche decine di metri il Rugo della Frugna offre l'unica abbastanza sicura possibilità di attingere acqua. Da qui origina anche il CAI 902 che sale al ricovero casera Frugna.

Il sentiero su cui invece noi ci inerpicheremo e che si dirige a passo Valbona (CAI 965) inizia su un breve tratto di strada sterrata fino a quando diviene vero sentiero che modifica la pendenza tranquilla in una salita più impegnativa che sale con pendenze via via ingravescenti a fianco le cosiddette "Landres Negres", seguendo una crestina a fianco di ghiaione che si incunea in un largo canalone dove sarà probabile vedere numerosi nevai e grotte.
A un certo punto a quota 1460mslm abbandoneremo la cresta che diviene sempre meno percorribile per scedere a destra di pochi metri circumavigando sotto una piccola parete da cui è possibile raccogliere l'acqua da un gocciolamento (unica e ultima possiobilità di raccogliere acqua), quindi continuare lungo il tratto di sentiero che aumenta decisamente in pendenza e dopo essere transitato attraverso due brevi tratti ferrati su un grande passaggio traverso su roccia, giunge al punto più impegnativo che inizia da quota 1550mslm, nei pressi di una piccola caverna (landro) con una madonnina, ove un breve tratto di ferrata consente di superare un passaggio verticale di 5 metri da fare con attenzione (1-2° grado).
Dopo essere transitati lungo un tratto un pò fastidioso su prato (sentiero non visibilissimo e discretamente pendente, da fare con attenzione in discesa) a fianco di veramente particolare conformazioni rocciose in cui neve e ghiaccio hanno rigato ed intagliato la pietra facendola assomigliare colate di pietra appena solidificata in un grande piano inclinato, a quota 1900mslm la salita si smorza e si apre una bellissima ed ampia vallata pratosa, che anticipa il raggiungimento del passo Valbona (2130mslm), dove si potrà contemplare un panorama davvero magnifico si sul versante Alpago sia su quello Valcellina.
Dal passo saliremo a destra cercando di seguire il sentiero od i segnavia biancorossi del CAI, entrambi i quali nel primo tratto non sembrano molto evidenti, benché la salita sia intuitiva e dopo un centinaio di metri il sentiero diviene inevocabilmente evidente e ben bollinato: la salita misura 550 metri lineari, ha pendenza impegnativa e costante (49%), non presenta tratti esposti e si conclude in un bivio poco sotto cima Lastei (anticima sud del Col Nudo), che vale sicuramente la pena per una brevissima deviazione di una trentina di metri dalla cui cima cui ammirare i panorami: la cima si trova a 2439mslm.
Rientriamo sui nostri passi e ci dirigiamo verso il Col Nudo, ormai davvero vicino (200 metri), per raggiungere il quale passeremo prima per una breve canalina di 2 metri da scendere con attenzione, quindi per una selletta esposta ma non così stretta come alcuni dicono: è sufficientemente larga per essere transitata in piedi e con calma ed attenzione la valicheremo e poco oltre risaliremo gli ultimi metri che ci dividono dalla cima a quota 2471mslm.
Dopo avere contemplato il magnifico panorama di vetta scendiamo lungo il versante Nord: dopo circa 200 metri scendiamo a sinistra calandoci lungo un tratto di 3 metri leggermente esposto da fare con attenzione per entrare nel grande catino ghiaioso sottostante alla forcella Bassa del Col Nudo. Scenderemo comodamente sulle ghiaie fino a quota 2200mslm, prestando attenzione a non scendere troppo lungo l'invitante sentiero, ma individuando sulla sinistra i paretoni rocciosi sotto cui dovremo transitare: la traccio all'inizio non è molto visibile, mentre da sotto la parete diviene ben evidente e decorre sempre parallela lungo un traverso su ghiaie che si dirige a passo Valbona. Poco prima di giungere al passo non potremo fare a meno di transitare per il davvero particolare bivacco naturale, un ricovero di fortuna dove sarebbe possibile trascorrere una notte, all'interno del ricovero ricavato nella fessura di un piccolo antro.  Da qui rientriamo al passo da dove rientriamo alla base lungo il percorso salito all'andata    
Fondo del percorso