Relazione a cura di: Ciro Antonio Francescutto
Relazione aggiornata a: 2021
CARATTERISTICHE - E' davvero un peccato che il sentiero CAI che transitava lungo la val Vajont sia stato dismesso e quindi risulti in effetti tuttora difficilmente valicabile, perché il punto più critico è un salto un pò esposto di non più di due metri in cui sono state appoggiate delle travi di non sicura tenuta e fissato un cavo di corda che terrà fino a che terrà...per il resto sarebbe un sentiero di facile percorrenza che decorre al fianco di un bellissimo torrente Vajont che scende in uno spettacolare canyon. Alcune piccole frane rendono difficili o scomodi alcuni passaggi, ma di per se transitabili e non particolarmente esposti. Non essendoci più molti segnavia (pochi bollini e pochi omini) in alcuni tratti il sentiero non è molto visibile o può essere inerbato: sarà utile scaricare la traccia e caricarla su un presidio satellitare. Sarebbe auspicabile riaprire questa via per dare la possibilità di entrare in val Vajont, in un territorio ormai pochissimo battuto, ma ricco di bellezza.
DESCRIZIONE - Premettiamo che questo è un percorso di collegamento e che il punto di arrivo è assai distante dal punto di partenza, quindi chi volesse percorrerlo è bene che pensi a come rientrae alla base. Parcheggiamo la vettura alla base della val Feron (504 mslm), su cui ci immetteremo con l'idea di percorrere la mulattiera (CAI 901) che conduce a casera Feron (990mslm) e tenendo conto di percorrere 5km a pendenza media del 10%: potremmo accorciare la percorrenza di circa 500 metri seguendo il piacevole sentiero individuabile da una evidente traccia e dalla presenza di omini di sassi, che decorre più verticale tra alcuni tornanti. Gli ultimi 2 km della strada prima di arrivare a forcella Feron (993mslm) sono stati davvero molto rovinati dalla tempesta Vaia nel 2018 e risultano percorribili solo a piedi. Dalla forcella a casera Feron una debole discesa di 500 metri: giungere a casera Feron è una tranquilla e piacevole passeggiata (circa 1 ora e mezza a passo tranquillo). Lungo il percorso e presso la casera numerose e sicure possibilità di trovare acqua.
Da dietro la casera origina sulla destra il CAI 903 diretto alle cime di Cornet e Gialinut, mentre sulla sinistra troviamo il CAI 901, il cui prosegui viene sconsigliato dai cartelli CAI in quanto il sentiero è stato dismesso: in effetti il vero percorso inizia da qui.
Scendiamo bruscamente in una valletta in cui troviamo sulla destra una prima bella cascata (ne vedremop davvero parecchie...), quindi risaliamo il margine dell'insenatura e proseguiamo in discesa lungo un sentiero evidente a tratti inerbato.
In 900 metri (-15%) perderemo circa 160 metri fino a raggiungere il torrente Ge della Frugna (anch'esso davvero bello), che valicheremo in direzione di casera Carniar: saliamo lungo il sentiero per circa 50 metri e circa 50 metri prima dei ruderi della casera, in un piccolo slargo erboso ci dirigiamo a destra (no sentiero a terra, no segnavia/omini individuabili) tenendoci una circa 5-20 metri sopra il Ge della Frugna fino ad individuare i resti di un sentiero e qualche bollino rosso che ci invitano in breve a riportarci sul torrente per attraversarlo: noteremo che ci troviamo in un grande slargo in cui il Ge della Frugna confluisce con il torrente Vajont.
Pochi metri dopo l'attraversamento cercheremo sulla destra tra erbe e mughi l'attacco dell'ex sentiero CAI 901 di cui resta ancora qualche bollino rosso: il sentiero decorre pressoché orizzontalmente per un lungo tratto sulla destra e pochi metri sopra il torrente in una percorrenza davevro piacevole.
Dopo circa 800 metri arriviamo al punto critico descritto nell'introduzione: probabilmente una piccola frana ha eroso il sentiero per non più di 2 metri proprio in un punto esposto e facilmente bagnato, in cui sono state posizionate delle travi di fortuna (non fare molto affidamento...) e posizionata una fune di corda (ma cadendo acqua da sopra non durerà molto) che risulta fondamentale per valicare. Passare sopra sembra difficilmente proponibile. Probabilmente per evitare questo passaggio si potrebbe circumnavigare da sotto e salire più avanti, ma bisogna provare. Subito dopo valichiamo con attenzione un canalino con acqua.
Da lì in poi avremo 500 metri tranquilli (a parte una circumnavigazione per sotto di un grande albero caduto ed un piccola frana) fino agiungere in uno slargo erboso in cui la traccia si perde nei pressi di residui di alcuni muri a secco (forse una vecchia casera?), ove i più attenti troveranno la famosa spada incastonata nella roccia. Ad ogni modo tenendosi sulla sinistra e vicino al torrente su questa radura erbosa dopo poche decine di metri ritroveremo la traccia evidente del sentiero, fino a giungere 200 metri dopo al primo attraversamento del torrente Vajont.
Procediamo ora tenendo il torrente sulla nostra destra e dopo un piacevole tratto di circa 400 metri giungiamo alla cosidetta "sorgente benedetta", una fonte di acqua freschissima che esce da un masso sulla cui cima è posizionata una croce.
Subito dopo incontreremo una fastidiosa frana che ha eroso il sentiero: ci toccherà scendere di una quindicina di metri e risalire dall'altro lato: il sentiero continua sull'erba allo stesso livello.
Nei successivi 700 metri il sentiero divene a tratti inerbato e spesso attraversato (e rovinato) da rughi che si immettono da sinistra e che rallentano la percorrenza: poco prima di tornare sul torrente un cavo di acciaio (apparentemente in corso di fissazione) da sicurezza in un passaggio leggermente esposto; quindi arriveremo al secondo attraversamento del torrente: poco prima noteremo sulla destra delle ruote di legno ed una sorta di canalina di sasso, verosimilmente resti pale di un mulino.
Cammineremo dentro il greto sui sassi e sul suo lato destro per circa 350 metri fino a quando noteremo che il canyon si restringe e quindi cercheremo sulla destra l'imbocco del sentiero che si allontana e si alza abbastanza velocemente dal torrente.
Saliremop di una quarantina di metri e dopo circa 300 metri incontreemo una grande frana a grandi massi larga circa un centinaio di metri, che in questo tratto ha proprio distrutto il sentiero: fortunatamente i grandi massi di cui è costituita rendono assai agevole l'attraversamento.
Da qui in poi il sentiero diviene molto bene evidente e ben conservato anche se sale a circa un centinaio di metri dal sottostante torrente che guarderemo da posizioni leggermente esposte, visuale fortunatemente nascosta dagli alberi!
Dalla frana sono 600 metri in discesa (-14%) a portarci al cappella di San Antonio in Therenton (762mslm) bellissimo punto panoramico sul bacino del lago del Vajont e su Erto, in cui peraltro ritroviamo la confluenza col sentiero CAI 903 che scende dal monte Cornetto.
Da qui in breve scendiamo sulla strada asfaltata che compie il giro del lago.
In sostanza il tratto che inizia dai ruderi di casera Carniar fino a San Antonio misura 4,5 km: scende dalla quota di 880 mslm fino a 760 mslm lungo un tratto grossomodo pianeggiante ma i cui saliscendi ci faranno salire circa 220 metri e scenderne 330...noi ci abbiamo messo 2 ore (calcolatene 3)