CARATTERISTICHE - Nel novembre 1906 l'ingegner Zenari partì da Monterale con il suo calesse per arrivare a Barcis: fu il primo a percorrere la spettacolare strada che risalendo la forra del Cellina collegava a valle con la pianura. La vecchia strada della Valcellina (Strada Statale n. 251 “della Valcellina e Val di Zoldo”) fu progettata come via di servizio alla vecchia diga di presa gestita dalla SADE, che produceva energia elettrica per le città di Treviso, Venezia ed Udine: progettata nel 1903 dall'ingegner Zenari, venne inaugurata nel 1906 e grazie al contributo delle comunità locali venne prolungata fino alla Molassa, consentendo di porre fini ed almeno mille anni di isolamento della Valcellina dalla pianura. Fino ad allora infatti le persone dovevano transitare lungo il non banale passaggio di forcella Croce (sopra Andreis) da cui si scendeva a Maniago. Nel 1920 venne aperto il tratto che dal bivio della Molassa conduce a ponte Antoi. Fu dismessa nel 1992 con l'apertura della attuale strada che attraverso i 4km di tunnel sotto Fara collega comodamente Monterale con Barcis.
Dalla Vecchia Diga parte dell'acqua del Cellina veniva convogliata lungo un canale adduttore (sopra cui decorre gran parte della strada) di circa 7km che giungeva alla centrale di Malnisio: da qui le acque refluivano in parte verso la centrale di Giais in parte verso quella del Partidor da cui refluivano nel Cellina nei pressi di San Leonardo.
Questi impianti idoelettrici "industriali" furono i primi realizzati in Italia di questo tipo.
Nel 1954 con la costruzione della diga di Barcis venne costruita una centrale in caverna che convoglia l'acqua da ponte Antoi: fino al 1988 scaricava a monte della "vecchia diga", da dove entravano nel canale adduttore della centrale di Malnisio. Dal 1990 le tre centrali (Malnisio, Giais, Partidor) vennero dismesse e sostituite dalle centrali più a valle di Ponte Giulio, San Leonardo e Cordenons.
L'attuale produzione media annua di energia è di 62 GWh.
Nel 1944 in particolare la zona del bivio della Molassa fu teatro dei combattimenti tra le brigate partigiane e le forze di occupazione tedesche che portarono alla distruzione ed incendio di Barcis, per la cui storia rimando alla apposita sezione (icona qui di fianco a destra).
La vecchia strada della Valcellina attualmente non è percorribile per ragioni di sicurezza: nonostante le reti di protezione applicate, sulla strada cadono dall'alto sassi di varia dimensione.
DESCRIZIONE - Il transito di pedoni e ciclisti è vietato per ragioni di sicurezza: un cancello impedisce gli accessi dai lati di Montereale (nei pressi della galleria "Fara"),di Andreis (Molassa) e di Barcis (ponte Antoi).
L'ingresso (a pagamento) è consentito solo durante la stagione estivo, da Ponte Antoi a piedi o tramite trenino.
Da Pian Corona è possibile scendere sulla strada seguendo i sentieri CAI 996 (che giunge nei pressi della sorgente Siviledo) o del MV09 (segnavia giallo-azzurro).
L'intera percorrenza è su asfalto e non presenta nessuna difficoltà in quanto la pendenza è sempre modesta.
Partendo dal lato di Monterale dopo 200 metri si entra nella prima e più lunga delle gallerie (illuminata, 700 metri), recentemente costruita poiché quando il bacino di Ravedis risulta completamente pieno il vecchio tracciato delle strada va per un tratto sott'acqua.
Dopo la terza galleria (Nale) sulla destra è possibile salire sul canale adduttore e godere un bel panorama sulla valle.
Poco prima della galleria Siviledo sulla sinistra scende il sentiero MV09.
A 5,2km dalla partenza si giunge presso la "Vecchia Diga": poco prima della diga sulla sinistra inizia un sentiero che in circa 20' sale alle "grotte della vecchia diga".
Poco prima del bivio della Molassa sulla destra è stata ricavata una breve galleria per consentire di valicare una grande frana che aveva distrutto una ventina di metri di strada.
Il bivio della Molassa è uno dei punti più spettacolari della forra del Cellina e si trova a 5,8km dalla partenza: da un lato le acque smeraldine del Cellina e gli effetti millenari dell'opera di scultura su pietra da parte dell'acqua del torrente e dall'altro l'impressionante ed abissale canyon del torrente Molassa: in mezzo l'uomo che a sua volta ha scolpito sulla pietra armonici trafori che rendono una volta tanto "naturale e compatibile" l'intervento di ingegneria ed architettura umane sulla natura.
Dopo il bivio una serie di gallerie nella roccia conducono prima ad un ponte "tibetano", quindi accompagnano la nostra camminata nell'ultima galleria "Spartaco - Mammolo" che termina nei pressi di ponte Antoi.