CARATTERISTICHE - Come mai il notissimo sentiero naturalistico del monte Cjavac gira attorno al monte ma non lo sale? In un
precedente tentativo non eravamo riusciti a raggiungere la cima in quanto le tracce dismesse presenti sul versante Nord e su quello Sud risultavano impraticabili. Abbiamo compiuto un'esplorazione per capire le possibilità, trovando una via d'ascesa
greppistica ma non difficile. La cima risulta un bel punto di osservazione su monti Raut e Castello, sulla val Susaibes e la Faglia Periadritatica. A posteriori abbiamo valutato che il decorso qui descritta percorso in senso contrario sarebbe la via più facile per raggiungre la cima e non presenterebbe difficoltà.
Il nome Cjavac significa "cava cattiva" (=cavaccia), ossia monte con roccia friabile, da cui non si ricava pietra resistente, utile ad essere squadrata per scopi edili.
DESCRIZIONE - Partendo dal parcheggio nei pressi del Centro Visite del Parco Dolomiti Friulane, usciamo da Andreis seguendo via Acquedotto fino ad arrivare al ponticello sul torrente Ledron a destra del quale inizia il sentiero
CAI 975 virando ad U lungo una strada sterrata, che dopo un centinaio di metri valica su un
guado l'affluente del Ledron (nel caso in cui il torrente non fosse valicabile per recenti piogge, una comoda passerella è presente qualche decina di metri prima del guado).
Oltre il guado inizia la salita su una mulattiera un pò rovinata che in breve giunge alla sella di Col di Crous e da cui l'anello proseguirebbe in discesa per continuare lungo il torrente Les Pales, ma qui descriviamo la variante effettuata al fine di trovara una via di ascesa alla cima
Dalla selletta di Col di Crous individuiamo l'evidente traccia che prosegue a decorso pressoché orizzontale sul pendio a Sud del
Col di Crous e dopo avere valicato un piccolo ghiaione iniziamo a salire in maniera non difficile tra i caratteristici sfaciumi dell'ambiente di faglia: dopo avere raggiunto una
prima facile selletta giungiamo ai piedi di una
seconda più complessa selletta vigilata da un tozzo pinnacolo a forma di gendarme, in cui la risalita di circa 5 metri può essere difficoltosa per la pendenza della stessa e per il fondo di sabbia dura e compatta. Conviene tenersi proprio a sinistra della conformazione a gendarme di pietra.
Una volta valicato questo punto delicato, la percorrenza continua lungo un evidente sentiero informale decorrende trasversalmente o in debole discesa per
Cestiel Ombret fino a raggiungere una terza forcellina, dopo cui scendiamo debolmente fino a raggiungere l'attraversamento di un piccolo torrente affluente del Les Pales, poco prima che esso si rimettamo sulla percorrenza del sentiero naturalistico del monte Ciavac
CAI 979: proprio la risalita del di questo torrentello è un comodo punto di accesso che scegliamo per avvicinarci alla cima.
Risaliamo quindi il
greto del torrente camminando per circa 300 metri e salendo di 100 metri fino a quota 760mslm: la parte alta del canale si interrope ad una ventina di metri dalla
forcellina sovrastante dove transitava il vecchio sentiero: poco sotto la forcellina una placca di roccia solida potrebbe essere un comodo ma difficile passaggio per raggiungere la forcella, quindi abbiamo provato a salire sulla destra della canalina per due passaggi che si sono però rivelati assai impervi. Siamo quindi scesci di una decina di metri fino ad individuare una cengia erbosa leggermente esposa ma tutto sommato comoda (quota 760mslm) che ci ha consentito di uscire dal canale e -decorrendo in modo orizzontale per una cinquantina di metri- raggiungere una piccola e comoda canalina erbosa di risalita, tramite cui risalendo una cinquantina di metri abbiamo incrociato l'evidente traccia del vecchio sentiero.
Con l'idea di raggiungre la cima abbiamo momentaneamente lasciato la traccia e siamo saliti verticalmente lungo la stessa direzione della canalina, greppando tra erbe ed alberi (ma tutto sommato abbastanza comodamente) fino a raggiungere la cima del
monte Ciavac (890 mslm), ove è stata allestita una rudimentale croce e tagliati gli alberi di vetta per consentire uno sguardo panoramico su Raut, Castello, val Susaibes e faglia periadritatica.
Seguendo la stessa via di salita siamo scesi riportandoci sul vecchio sentiero: qui prima abbiamo provato la prosecuzione circumnavigando in direzione Ovest, ma trovando la traccia difficile da individuare abbiamo optato per circumnavigare in direzione Est ove una traccia ben definita ci ha comodamente ed in breve condotti alla
forcellina, punto critico e causa della dismissione del sentiero.
Qui abbiamo capito la ragione per cui il sentiero era stato dismesso: probabilmente una frana ha modificato il passaggio creando una parete di una decina di metri molto difficile da salire dal nostro punto di vista ed impossibile da scendere per chi arrivasse da forcella le Pitte.
Dalla forcellina guardando il passaggio impossibile, abbiamo dunque optato per scendere sulla destra lungo il facile canale ghiaioso che in breve ci ha condotti all'anello del sentiero naturalistico, poco sotto forcella le Pitte.
Da qui percorrendo il CAI 979 abbiamo raggiunto l'aga del Muscle, percorso la Faglia lungo il greto del Susaibes, raggiunto Sot'Anzas ed infine siamo rientrati al punto di partenza ad Andreis.
COMMENTO: a posteriori valutiamo che la via più adatta per raggiungere la cima sarebbe nel senso inverso rispetto a quello qui descritto, ossia con salita dal'Aga del Muscle in direzione di forcella le Pitte: poco prima della forcella andare a sinistra lungo l'evidente canalina/cono ghiaioso che raggiunge la forcellina bypassando il tratto complesso, da qui un breve tratto nel vecchio sentiero e poi a sinistra per un comodo greppo fino alla cima.