DESCRIZIONE - Partiamo dall'abitato di San Francesco e ci dirigiamo verso il torrente Arzino seguendo vicolo Galantz in direzione dell'area di sosta camper e campi da tennis: qui individuiamo il ponte sul torrente che valichiamo e dopo il quale andiamo sulla sinistra: dopo un centinaio di metri individueremo sulla destra l'inizio di una mulattiera su cui andremo ad immetterci (segnavia
CAI 810)
La comoda mulattiera decorre pendente su sottobosco fino a
forcella Giaf (960mslm): misura
3,7km e sale di
569 metri (pendenza media del
16%, ma i primi 2,5 sono più impegantivi, con tratti fino al 20%, mentre l'ultimo km e mezzo è a pendenza dimezzata).
A 1km dall'inizio della mulattiera possiamo valutare se seguire un segnavia che sulla destra indica "
Masut Tai Crets", un sentiero che decorro grossomodo parallelo alla strada riducendone la distanza (ma quindi la pendenza è più impegnativa: dopo il traverso della base il sentiero sale per 600 metri al 32%). In totale in quel tratto intermedio la via per il sentiero misura 850 metri (pendenza media 28%), mentre la via lungo mulattiera 1400 metri (pendenza media 17%).
Nei pressi di forcella Giaf troveremo prima il ricovero
bivacco Giaf (956 mslm), una struttura ammodernata che presenta all'interno una cucina con tavoli e sedie ed all'esterno un pergolato coperto con una tavolata: nella parte superiore letti per pernottamento.
Una ventina di metri oltre il bivacco, il sentiero transita per la forcella nei pressi della quale troviamo i
ruderi di case Giaf: da qui inizia la parte su comodo e largo sentiero, che è la vecchia strada per San Vincenzo, ove possiamo talora individuare i muri a secco in pietra, la quale scende con pendenze modeste.
Scesi di 200 metri, a quota 750 mslm troviamo i ruderi di
stalle Sterp: continuiamo la discesa, che ad un certo punto esce dal fresco sottobosco e scende a fianco di una frana (560mslm), probabilmente creatasi nel corso di uno dei frequenti terremoti del passato.
Da qui ormai si sente il richiamo delle acque dei torrenti Comugna e Giaveada che raggiungeremo non prima di esserci fermati nei pressi dei
ruderi di case Piedigiaf (484 mslm) vicino delle quali una
lapide commemorativa ricorda le 4 vittime dei cosacchi (2 civili e 2 partigiani) qui uccisi nel 1944 (
vedi anche a questo link le note storiche della vicenda).
Subito dopo Piedigiaf il vecchio ponte sul
rio Giaveada risulta da tempo crollato quindi è necessario valicare sui massi il torrente perenne (486mslm), che è il primo punto acqua che incontriamo dalla partenza: esso confluirà dopo un centinaio di metri nel
torrente Comugna.
La risalita del canalone del
torrente Giaveada fino a Chiaschiarmas avviene interamente ad una ventina di metri sulla sinistra orografica del torrente, tenendosi sempre ababstanza alto e decorrendo lungo passaggi semplici ma talora con una certa esposizione: per trovare l'inizio del sentiero bisogna retrocedere sul sentiero rispetto alla lapide commemorativa di una cinquantina di metri fino all'ultima curva da cui ervamo discesi, ove notiamo sul terreno una flebile traccia che più aventi diviene ben evidente, con una buona bollinatura azzurra ed alcuni sgenavia che la indicano come "Sentiero dell'Acqua - Carmen Felicitas". Il sentiero prosegue lungo il lungo e rettilineo canalone del torrente offrendo vedute spettacolari sulle acque smeraldine che formano pozze e cascatelle in un contesto di natura incontaminata.
Il tratto Piedigiaf - Chiaschiarmas misura 1,2km, decorrendo lungo un saliscendi con 70 metri di salita e 30 di discesa: noi ci abbiamo impiegato 40'.
Circa a metà di questo tratto giungiamo all'attraversamento del
torrente Siriviella che affluisce da destra, ove a causa di un breve tratto (2 metri) del sentiero franato e quindi divenuto leggermente esposto è consigliabile la circumnevigazione del tratto passandoci sopra di 2 metri.
Godendo la grande bellezza della valle Giaveada giungiamo senza grandi difficoltà lungo un sentiero ancora ben evidente a
Chiaschiarmas (544mslm), ove una ventina di case ridotte a ruderi rendono comunque l'idea di una comunità attiva e florida: da San Francesco noi abbiamo impiegeto 2 ore e 10 di cammino, 3 ore includendo le pause.
Da Chiaschiarmas possiamo rientrare lungo la stessa percorrenza oppure possiamo abbreviarla andando alla ricerca di case Siriviella, percorso che ci riduce in modo significativo sia la distanza sia il dislivello, ma lungo una traccia a tratti non ben individuabile: sarà bene seguire la traccia di un satellitare qui scaricabile. Questo tratto è inoltre più semplice e non presenta tratti di esposizione. Iniziamo dalle ultime case di destra dell'abitato e risaliamo per un breve tratto il
rio Forchiazza (affluente del Giaveada): il sentiero prosegue in salita, inizialmente decisa, poi grossomodo pianeggiante, sempre in comodo sottobosco, ma in cui è fortemente raccomandato seguire una traccia satellitare, fino a giungere ai ruderi di
case Siriviella (726mslm). Nei pressi di Sirivella c'era una carbonaia.
Oltre le case la traccia è presente per circa 300 metri, dopo i quali piega a sinistra ed inziando un tratto in decisa salita: qui è facile sbagliarsi perché dopo poco giungiamo ad un bivio in cui la salita ben evidente è quella diretta alla cime del monte Giaf, mentre la traccia corretta verso destra risulta quasi assente e decorre lungo un tratto traverso in debole salita. Questo è il tratto che pur non essendo mai difficile è il più spaesante: consoliamoci almeno con la distanza dal sentiero
CAI 810 che è di solo 400 metri e su cui finalmente ci immettiamo nei presi di un tornante poco sopra stalle Sterp. Da qui in breve tornoamo a forcella Giaf per scendere lungo la mulattira da cui eravamo saliti.