SAN FRANCESCO - monte Drea e monte Las Tavuelas

DATI
Lunghezza: 9.2 Km - Km sforzo: 19.6 Kmsf - Salita: 1045 m - Discesa: 1045 m - Dislivello totale: 2090 m - Altitudine minima: 511 m slm - Altitudine massima: 1337 m slm

Difficoltà:
Cammino: Alta
Accessibilità
Disabili (carrozzina): Non accessibile
Bimbi (passeggino): Non accessibile
Famiglie: Sconsigliato
Anziani: Sconsigliato
Cani: Sconsigliato
Io peso
kg
e ho
Questo percorso corrisponde a...
Tempo
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ore
Calorie
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Kcal
Risparmio
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Vita in più
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Relazione a cura di: Ciro Antonio Francescutto
Relazione aggiornata a: maggio 2024
CARATTERISTICHE - Esplorazione sul tratto di cresta tra forcella Agariale monte Drea transitando per Las Tavuelas: lungo una traccia disemssa ma che presenta ancora una vecchia bollinatura gialloverde ed una disceta  visibilità sul terreno, consente di ammirare dalla cresta una panorama straordinario, immersi in una natura davvero wilderness. Non disponibilità di acqua salvo nel tratto basso, lungo il decorso parallelo all'Arzino. Periodi consigliati: primavera ed autinno e -in assenza di neve - inverno. Il tratto più complesso è il versante Sud di Las Tavuelas, per cui probabilmente sarebbe consigliabile compiere l'anello nel senso inverso rispetto a quello qui descritto. Raccomandata la traccia satellitare. 
DESCRIZIONE - Una volta raggiunto l'abitato di San Francesco conviene continuare in auto la Strada Provinciale 1 per 3,5km fino a raggiungere l'inizio del sentiero/pista ciclabile delle cascate dell'Arzino, che si trova poche decine di metri prima del primo tornante dell'inizio della salita per Sella Chianzutan. Una ventina di metri prima del sentiero è presente una piccolo slargo che può accogliere una decina di vetture parcheggiate. Ci incamminiamo da quota 580mslm ed iniziamo valicando il ponte sull'Arzino, torrente che non delude mai avendo brillantemente scolpito con acque smeraldine la pietra. Continuiamo comodamente per Chiavalarias lungo un tranquillo saliscendi della pista ciclabile fino ad individuare sulla sinistra, nei pressi dell'abitato di Pozzis (non visibile) ad 1,4km dalla partenza del parcheggio, nei pressi di un piccolo rugo, a quota 660mslm, la traccia che sale sulla sinistra in prossimità di una rientranza della strada: qui inizia la salita lungo una traccia inziialmente non molto marcata, che sale sulla destra orografica del greto e poi si inerpica lungo una comoda costina che delimita il lato Nord della valle denominata Busa di Drea. Una flebile antica bollinatura rossa aiuta nel primo tratto di sentiero che non sempre è ben definito, ma che in breve pare ancora essere percorso, in quanto si presenta quasi sempre visibile sul terreno: avere la traccia satellitare sarà però utile perchè per aluni tratti essa si perde, anche se il decorso di salita pare intuitivo. La salita si presenta piacevole e senza particolari difficoltà, se non per alcuni tratti di pendenza accentuata.
Olte a radi bollini rossi troviamo una altrattanto rada bollinatura gialloverde, che tornerà particolarmente utile nella parte pià alta, quando nel sottobosco di faggio il denso fogliame caduto a terra può nascondere tratti di sentiero.
A quota 990mslm il sentiero giunge nei pressi di una strettoia di una piccola canalina, da dove origina il torrente della Busa di Drea (e dove solo nei periodi umidi potremo trovare acqua): qui esso devia bruscamente a destra per circa 200 metri (da qui la bollinatura gialloverde diviene frequente) in un tratto di traverso, quindi nuovamente a sinistra continuando la salita nel sottobosco. A quota 1060mslm giungiamo ad un tratto di circa un centinaio di metri di alberi schiantati (verosimile esito di Vaia), ma attraverso cui non incontrieremo difficoltà a passare: subito oltre arriviamo ai ruderi della stalla Busa di Drea (1084mslm). 
Da qui continuiamo sulla sinistra seguendo la bollinatura gialloverde, che aiuta a trovare la traccia quando essa sul terreno non risulta visibile: poche decine di metri oltre la stalla giungiamo nei pressi di una insellatura ove era stato ricavato un recinto rotondo di pietre, forse una vasca per il deposito dell'acqua piovana. Da qui andiamo a sinistra sempre cercando la bollinatura gialloverde, in quanto prprio in questo tratto finale il sentiero non è ben visibil: qualora ci perdessimo bisogna solo salire in direzione della cresta che diviene via vià meglio visibile e su cui punteremo. La traccia dismeaa ad ogni modo è presente ed anche se in aluni tratti è impegantiva per pendenza non rpesenta particolari diffcioltà: tornerà qui utile seguire quella satellitare scaricabile dalla relazione.
Con o senza traccia e segnavia finalmente arriviamo sulla panoramica cima del monte Drea (1278mslm): fin qui fatica e qualche dubbio sull'orientamento ma tutto sommato non particolari complessità. 
Dalla cima del monte Drea guardiamo bene verso SudEst la cima di Las Tavuelas verso cui dirigerci: noteremo sotto di noi una specie di avvallamento lungo cui decorre lungo un saliscendi la cresta: una volta orientatici, scendiamo per un centinaio di metri in direzione NordOvest seguendo la comoda crestina diretta a Cuesta Spioleit facendoci aiutare dai segnavia biancorossi, fino ad individuare sulla sinistra una flebilissima traccia che piega decisamente a sinistra e tramite un tratto traverso si porta ad una prima (delle tante) sellette, da cui proseguiamo lungo la cresta fino a La Tavuelas: incontreremo un unico passaggiop leggermente esposto da fare con attenzione e - proprio poco prima della cima - un secondo passaggio in cui la traccia di sinistra è da evitare per esposizione, mentre la traccia che sale a sinistra non presenta problemi: valicato questo dubbio la cima de Las Tavuelas (1337mslm) ed è il luogo ideale per contemplare il panorama mozzafiato e goderci una pausa ristoratrice.   
Continuiamo a seguire la cresta per 160 metri: scrutiamo bene in basso a detsra la prima forcella a cui dovremo arrivare e che rappresenta il tratto più complesso dell'intero percorso. Ad una cinquantina di metri dalla conclusione della cresta (1325mslm) individuiamo a destra il passaggio per cui scendere: si tratta di fare uno "zig" (a destra) su cengia trasversale e "zag" in discesa (a sinistra) di una ventina di metri, che consente di evitare un salto di poco meno di 10 metri: perdiamo un pò di tempo per trovarlo, perché il passaggio c'è e non risulta complesso, viceversa rischieremo di ingrembalarci per scendere il saltino. Da qui la traccia satellitare potrà tornar particolarmente utile perché orientarsi nella boscaglia fino alla forcella non risulta semplice e la bollinatura gialloverde non sempre sarà reperibile. Una volta arrivati nei pressi della forcella ci rendiamo conto di un salto ben maggiore del precedente che potrebbe inquietare non poco: in realtà anziché seguira la linea di cresta, proprio sopra la forcella (1120mslm) andremo sulla destra (versante Ovst) rispetto alla linea di cresta, da cui scenderemo per una trentina di metri fino a giungere sotto il paretone che costituice il l'invalicabile massiccio della parete Nord della forcella, circumnavigando da sotto il quale risaliremo per una decina di metri dal versante Ovest fino a riguadagnare la forcella (1120mslm): dalla forcella risaliamo (numerosi mughi bruciati indicano un pregresso grande incendio, i cui danni erano visibili dall'altro ed erano i riferimenti per localizzare la forcella) per portarci sulla prima di una serie di cimette alternate a forcelline, fino a giungere a forcella Agarial (1083mslm).
Dalla forcella lasciamo la traccia di cresta per immetterci a sinistra lungo un sentiero che torna ad presentarsi abbastanza evidente sul terreno e ben presidiato dalla bollinatura gialloverde: talora la traccia si perde ma nella parte alta della conca la discesa è dolce ed intuitiva almeno fino a raggiungere il rudere di una vecchia malga (845mslm), all'interno di una bella faggeta.
Oltre il rudere alcuni schianti di alberi ostacolano il decorso originario: qualora non ci orientassimo teniamoci sulla sinistra della valle, ove poco oltre i ruderi incontremo una pozza d'acqua, da cui il sentiero continua ben evidente sul terreno e con bollinatura frequente.
Circa a quota 750mslm arriviamo ad un poco evidente bivio in cui le tracce di discesa si biforcano (a questo link la variante di sinistra): noi abbiamo seguito quella di destra che continua a scendere in una costa in sottobosco talora aerea e panoramica che diviene leggermente affilata e poco esposta in un unico punto, valicato il quale contnua a scendere per comoda faggeta, fino a scendere a quota 520mslm, ove troviamo l'incrocio con l'evidente e ben bollinato sentiero su cui ci immettiamoa andando a sinistra e valicando il torrente Agarial, nei pressi del rudere di stalla Bearzut (toponimo, non incontrato), subito oltra il quale incontriamo una antica fornace in pietra. Proseguiamo per un sentiero che per saliscendi ci riportarà al punto di partenza, dopo avere incrociato due altri affluenti dell'Arzino: dal torrente Agarial al ponte sull'Arzino sono 1,5km, D+ 130 metri, D- 50metri (=35' )

Tempi di percorrenza (noi nel 2024): 

Da partenza a cima monte Drea            = 1 ora e 15' (senza soste), 1 ora e 45' (con soste), 3,8km, D+ 710 metri, D-   15 metri

Cima monte Drea - cima Las Tavuelas  =              25' (senza soste), 1 ora e 10' (con soste), 1,0km, D+ 135 metri, D-   80 metri

Cima Las Tavuelas - forcella Agarial      =              30' (senza soste),             50' (con soste), 1,2km, D+   70 metri, D- 325 metri

Forcella Agarial - punto di arrivo            =  1 ora e 05' (senza soste), 1 ora e 25' (con soste), 3,4km, D+ 135 metri, D- 620 metri

Percorso in compagnia di: Franco Vallar e Aldo Romano
Fondo del percorso