DESCRIZIONE - Alcuni chilometri dopo l'abitato di San Francesco giungiamo in vettura nei pressi del sentiero/ciclovia delle cascate dell'Arzino, da dove continuiamo lungo la SP1 Val 'Arzino fino a giungere all'inizio della salita verso Sella Chianzutan e la strada per Preone: circa 500 metri prima dell'inizo della strada per Preone troviamo le indicazioni che a sinistra conducono in discesa verso il minuscolo e pittoresco abitato di
Pozzis, ove (nel 2024) vive l'ultimo residente della borgata, meta soprattutto nel weekend di curiosi visitatori e numerosi motociclisti, anche grazie al piccolo museo di moto d'epoca realizzato dal bizzarro residente, Alfeo Carnelutti (Cocco) protagonista del
docufilm Pozzis Samarcanda. Qui possiamo lasciare la vettura ed iniziare il cammino: scendiamo da Pozzis verso il
guado sull'Arzino, che ne consentiva un comodo transito, ma che essendo stato interrotto dalle acque dovremo attraversare a piedi scalzi (a meno che nei periodi di secca qualche balzo tra i massi ci aiuti a bypassarlo).
Oltre il guado continuiamo sulla mulattiera che possiamo accorciare ad un centinaio di metri dal torrente prendendo un poco visibile ma relativamente evidente ed intuitivo sentiero che inzia sulla sinistra della prima curva della strada verso destra: il sentiero consente di accorciare il tragitto del sinuoso tornante della strada su cui andremo a sbucare dopo 300 metri di sentiero (12%). In altrenativa potremmo seguire la strada ma la distanza per arrivare allo stesso punto sarebbe di 1,3km.
Il sentiero sale tenendosi sulla sinistra orografica il greto del
torrente Busa di Drea, che sbucando sulla strada dovremmo individuare appena sulla sinistra in prossimità di una rientranza della strada: qui inizia la salita lungo una traccia inzialmente non molto marcata, che sale sulla destra orografica del greto e poi si inerpica lungo una comoda costina che delimita il lato Nord della valle denominata
Busa di Drea. Una flebile antica bollinatura rossa aiuta nel primo tratto di sentiero che non sempre è ben definito, ma che in breve pare ancora essere percorso, in quanto si presenta quasi sempre visibile sul terreno: avere la traccia satellitare sarà però utile perchè per aluni tratti essa si perde, anche se il decorso di salita pare intuitivo. La salita si presenta piacevole e senza particolari difficoltà, se non per alcuni tratti di pendenza accentuata.
Olte a radi bollini rossi troviamo una altrattanto rada bollinatura gialloverde, che tornerà particolarmente utile nella parte pià alta, quando nel sottobosco di faggio il denso fogliame caduto a terra può nascondere tratti di sentiero.
A quota 990mslm il sentiero giunge nei pressi di una strettoia di una piccola canalina, da dove origina il
torrente della Busa di Drea (e dove solo nei periodi umidi potremo trovare acqua): qui esso devia bruscamente a destra per circa 200 metri (da qui la bollinatura gialloverde diviene frequente) in un tratto di traverso, quindi nuovamente a sinistra continuando la salita nel sottobosco. A quota 1060mslm giungiamo ad un tratto di circa un centinaio di metri di alberi schiantati (verosimile esito di Vaia), ma attraverso cui non incontreremo difficoltà a passare: subito oltre arriviamo ai ruderi della
stalla Busa di Drea (1084mslm).
Da qui continuiamo sulla sinistra seguendo la bollinatura gialloverde, che aiuta a trovare la traccia quando essa sul terreno non risulta visibile: poche decine di metri oltre la stalla giungiamo nei pressi di una insellatura ove era stato ricavato un recinto rotondo di pietre, forse una vasca per il deposito dell'acqua piovana. Da qui andiamo a sinistra sempre cercando la bollinatura gialloverde, in quanto prprio in questo tratto finale il sentiero non è ben visibil: qualora ci perdessimo bisogna solo salire in direzione della cresta che diviene via vià meglio visibile e su cui punteremo. La traccia dismessa ad ogni modo è presente ed anche se in aluni tratti è impegantiva per pendenza non rpesenta particolari diffcioltà: tornerà qui utile seguire quella satellitare scaricabile dalla relazione.
Con o senza traccia e segnavia finalmente arriviamo sulla panoramica cima del
monte Drea (1278mslm): fin qui fatica e qualche dubbio sull'orientamento ma tutto sommato non particolari complessità.
Dalla cima del Drea possiamo ammirare la cresta che sale tra val d'Arzino e canal di Cuna, composta da Sud a Nord rispettivamente dalle cime del Givoli, Venchiar, Giaf,
Agarial,
Tavuelas. nonchè la
parte alta del canal di Cuna, percorsa dal torrente Giaveada. La parte di cresta che si dirige a Cuesta Spioleit è invece impedita dalla vegetazione.
Ci incamminiamo in direzione NordOvest seguendo la linea di cresta, che scopriamo essere stata un sentiero CAI, ora dismesso, in quanto è presente con una certa frequenza ed un discreto stato di conservazione una assai utile bollinatura biancorossa, che ci tornerà spesso molto utile. Il decorso avviane principalmente sul versante Nord nel sottobosco di faggio poco sotto la linea di cresta, su cui decorre in alcuni passaggi e talora per brevi tratti più panoramici sul versante Sud: sul terreno la traccia è visibile sono in brevi tratti, la bollinatute biancorosssa molto utile ma non smepre presente, per cui seguire una traccia satellitare sarà consigliato, anche se il decorso non presenta criticità o esposizioni e tutto sommato avendo come riferimento al cresta è abbastanza intuitivo.
Esso giunge alla prima grande forcella ossia
forcella Strapoleit (1273mslm), che rappresenta circa metà del tratto monte Drea e forchia Bassa.
Lungo il decorso della cresta circa a metà tra le due forcelle potremmo incontrare un
cippo in pietra del 1890 con scolpito un riferimento ad una sentenza di un tribunale (probabilmente di Tomezzo), che potrebbe far riferimento a qualche contenzioso sui confini.
Con simili caratteristiche di percorrenza lungo i saliscendi della cresta, continuiamo l'itinerario che poco prima di giungere a
forchia Bassa (1336mlsm) per un breve tratto si sposta sul versante Sud della cresta, in un passaggio su un piccolo prato che costituisce il punto più panoramico di questo segmento e da cui si vede magnificamete la cima della Cuesta Spioleit e la parte più alta del Canal di Cuna, ove sono situate case Lorenzini e Menegon (ma non visibili, in quanto nascoste dalla boscaglia). Per la cronaca a circa metà strada tra la Strapoleit e la Bassa, si trova sulla sinistra il punto finale del sentiero di ascesa dalle case Lorenzini e Menegon, che però noi non abbiamo individuato con certezza: se fosse quallo che ci è sembrato, dovrebbe essere un centinaio di metri più avanti rispetto a quello indicato in mappa Tabacco.
Una volta giunti a forchia Bassa, individuiamo sulla sinistra la traccia che scende verso Cuel della Tana, dinnanzi a noi la linea di cresta su cui continuano a salire i segnavia CAI, mentre sulla destra sia i segnavia biancorossi che salgono dalla Forchia di Preone sia un'altra bollinatura giallorossa, probabile segno di delimitazione di terreni.
Procediamo dunque a destra/Nord in discesa avanzando per 300 metri fino a quota 1280mslm, ove vi è un
primo bivio: la traccia di sinistra sale verso Teglara, mentre noi contoinuiamo dritti indiscesa diagonale lungo un tratto di sentiero in buono stato, fino a raggiungere a quota 1245 mslm un
secondo bivio, in cui la traccia che scende a sinistra (per casera Cueston) è un pò più lunga e comoda e va ad innestarsi su una pista forestale, mentre quella da noi scelta è la vecchia traccia che scende per la
costa Qualon e segnalata da segnavia gialli: il decorso su sottobosco di faggio è comodo, a tratti pendente, ma nella maggior parte dei segmenti sul terreno la traccia non risulta visibile: qualora perdessimo i segnavia scendiamo comunque senza particolari difficoltò in modo intuitivo fino a giungere alla base nei pressi del
torrente Teglara (acqua soilo nel periodo dello scioglimento delle nevi), che attraverseremo e che oltre seguiremo per un breve tratto parallelo sulla sinistra orografica, fino a staccarci proco prima della
sella di Preone - Cjampòn (780mslm) nei pressi dei prati degli stavoli Piè della Valle.
Per evitare di reintrare lungo la strada asfaltata poco prima del
torrente Fraìna che passa sotto la strada sterrata, andiamo a destra tra i prati delle sorgenti dell'Arzino: prima della sua confluenza nei più copiosi rami del'Arzino attraversiamo il torrente Fraìna e scendiamo sulla sinistra orografica per la traccia che decorre lungo i prati (possibilmente inerbata in alcuni periodi) decorrendo comodamente fino a costeggiare lo spettacolo del
torrente Arzino che si conclude nel tratto davvero meraviglioso tra le sue
cascate, oltre cui ci reimmettiamo sulla pista ciclopedonale fino a giungere ad un bivio in cui andremo a sinistra in direzione del guado sul torrente nei pressi di Pozzis, ove andremo a concludere l'anello.
Tempi di percorrenza: